martedì 18 giugno 2013

Due giorni in val Ellero

Questo week-end ho deciso di dedicarlo completamente alla fotografia passando due giorni di relax e foto in val Ellero che, come tutte le nostre montagne, sta dando spettacolo con un disgelo particolarmente tardivo. Questo post sarà un po' diverso dal solito: tante foto e poche spiegazioni in quanto le tecniche usate sono molte e diverse, buona visione.

L'inizio sembrava non essere dei migliori in quanto ero inseguito da un bel temporale di calore che mi ha costretto ad aspettare un po' in macchina prima di partire a piedi. Però appena ha spiovuto mi ha regalato un paesaggio mozzafiato: da una parte il temporale (ripreso in queste due foto HDR) e dall'altra un bellissimo arcobaleno ad incorniciare il pian Marchisa (nel panorama a 360° realizzato con il Sigma 10-20 poco sotto).





Quindi scampato il temporale mi sono caricato in spalla i 15kg di attrezzatura fotografica e non, in due zaini, uno davanti e uno dietro (questa esperienza mi ha fatto decidere a comprare uno zaino fotografico in cui poter mettere anche vestiario e vettovaglie) e sono partito alla volta del rifugio Mondovì, scattando queste foto strada facendo.

Nella foto della pozzanghera ho potuto sperimentare con il filtro polarizzatore, bilanciando al meglio i riflessi.


Questo panorama di tre foto in verticale invece è già ripreso dal rifugio con i nevai del Pis dell'Ellero in primo piano, da notare come l'abbondanza di acqua abbia ridotto la valle ad una specie di palude, generalmente in questa stagione è già secca e quasi brulla per via della sua natura carsica. Al centro della parete tra i due nevai è possibile vedere le due cascate da cui nasce l'Ellero.


Prima di cena ho deciso di salire ancora ai quasi 2000m del lago Biecai, un bacino stagionale originato dallo scioglimento dei nevai, per sfruttare la golden hour. 


Qui, a sorpresa, ho incontrato alcuni altri fotografi di MondovìPhoto con cui ho potuto far due chiacchere durante gli scatti: una situazione davvero curiosa trovarsi in un luogo così isolato per lo stesso identico motivo e nello stesso momento. La tecnica usata per gli scatti con le nubi mosse è sempre quella dello scatto multiplo.
In aggiunta rispetto al post precedente ho usato il filtro polarizzatore per contrastare maggiormente le nuvole ed eliminare eccessivi riflessi sul lago.


Nel seguente panorama di 8 scatti, uno dei due "pezzi forti" della sessione, tutta la magnificenza del lago con i colori del tramonto riflessi sull'acqua increspata dal vento che faceva correre veloci le nubi sopra di noi.



Tornato al rifugio verso le 9 lo trovo avvolto dalla nebbia che fortunatamente si dirada così da permettermi di effettuare il secondo "pezzo forte" ovvero questa ripresa notturna della Via Lattea dalla location consigliatami dagli amici incontrati al lago poche ore prima. La tecnica usata è quella del light painting per il primo piano e della somma di scatti allineati tramite software, senza inseguitore, per lo sfondo.


Per gli amanti del genere anche la versione con spike:


Verso la mezzanotte un rapido banco di nubi basse ha completamente oscurato la valle come se qualcuno ci avesse messo una coperta sopra, un'esperienza davvero suggestiva! Con la frontale spenta non si vedeva assolutamente nulla, in genere la sola luce delle stelle permette di non inciampare, dopo un lungo adattamento al buio. Quindi torno al rifugio dove i due cuochi sono ancora intenti a fare il pane.


Il mattino dopo sveglia di buon ora, grazie alla provvidenziale finestra lasciata aperta che ha fatto filtrare la prima luce del Sole, ed ecco qui a fianco lo spettacolo che mi si è presentato dalla finestra.
Avvicinandomi alle cascate ho effettuato questi scatti prima che il Sole fosse troppo alto da annullare del tutto i chiaroscuri, si nota sempre l'effetto del polarizzatore nell'eliminare i riflessi e la prospettiva spinta del Sigma 10-20, protagonista indiscusso della due giorni.



Nella mattinata mi sono dato ad un girovagare senza meta per la valle che mi ha portato a far "conoscenza" con qualche marmotta più o meno timida, chi nascosta tra i rododendri e chi direttamente aveva fatto la tana negli inghiottitoti carsici, tra le lame di calcare.




Con quest'ultimo panorama vi saluto, spero vi siano piaciuti i miei scatti e vi abbiano fatto venir voglia di mollare tutto per un giorno ed andare a godersi quelle che, senza troppe pretese, sono le nostre Dolomiti dietro casa.


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