Tutto comincia qualche settimana fa quando, distrattamente, noto una Sony A7 di seconda mano nella vetrina di un negozio di fotografia. Si tratta di una mirror-less full-frame che stavo adocchiando da quando è uscita la A7 MK2 rendendola più economica.
Perdo giusto due secondi a notare il prezzo interessante e via, ma ormai il tarlo si insinuato nel mio cervello ed il giorno dopo ripassando davanti al negozio decido di entrare e provarla, gentilmente mi faccio prestare un obiettivo e controllo ogni funzionalità...che dire sembra perfetta ed il prezzo è ottimo...la follia natalizia del 2016 è fatta.
Nell'attesa di potermi permettere delle lenti dedicate, decido di comprare un adattatore ed usare in full manual delle vecchie affilate prime-lens Nikon vintage che stavano a prendere polvere da un po'. Le lenti recuperate sono un 28mm f 3.5, un 50mm f 1.8 ed un 135mm f 3.5, tutte della famiglia AI.
L'adattatore che ho scelto è un Fotodiox Pro con regolazione manuale a scatti del diaframma per obiettivi non dotati di ghiera. Questa funzionalità, chenon serve con i vecchi obiettivi AI, è però indispensabile per le famiglie successive. Unica pecca della soluzione è la lunghezza non da poco che raggiunge l'accrocchio.
Ovviamente non funziona nessun automatismo ne comando da macchina, nulla di preoccupante se si è abituati a scattare in modalità manuale, ma perdere anche la messa a fuoco automatica, oltre la comodità delle lenti zoom mi hanno un po' spiazzato.
Il giocattolino si fa perdonare da subito: il focus peaking evidenzia in rosso i bordi dei soggetti sul piano focale, facilitando la messa a fuoco e lo zoom digitale per la regolazione fine fa il resto. Tutto agevolmente a portata di dita grazie al fatto che quasi tutti i tasti sono riconfigurabili.
Devo dire però che il focus peaking funziona bene solo con soggetti ben illuminati, nello foto notturne si fatica un po' di più.
Altra chicca dell'architettura mirror-less è la possibilità di vedere a mirino esattamente il risultato che si avrà in RAW sia a livello di esposizione che di profondità di campo. Questo a discapito di una decisa rumorosità in fase di preview, alle piccole aperture. Utilissimi anche l'istogramma e la bolla a mirino.
Avendo in questa prima prova prevalentemente lavorato di notte devo dire che la leggerezza e l'assenza del movimento dato dallo specchio aiutano non poco a scattare a mano libera, anche su frazioni di secondo, su focali corte. Su focali più lunghe invece si sente decisamente la mancanza della stabilizzazione giroscopica.
Grazie al sensore full-frame, dotato di pixel di dimensione maggiore rispetto alle APS-C, il rumore è decisamente contenuto, anche su pose lunghe.
A seguire due foto del borgo di Mondovì Piazza al tramonto. All'orizzonte si staglia il Monviso grazie al Foehn che ha portato via l'umidità invernale dalla pianura in quei giorni.
Per ultima vi propongo una foto still-life in light painting con scatto da 30s ed illuminazione con torcia a disegnare sul soggetto.