Ovvero come fare macrofotografia senza dissanguare il proprio portafogli!
In questo articolo analizzerò alcune soluzioni hardware per evitare di acquistare costosi obiettivi dedicati e alcuni trucchi software per ovviare alle limitazioni introdotte.
Iniziando dall'ottica, se provate a fotografare un insetto con il vostro tele standard non riuscirete ad ottenere inquadrature adeguate. Non tanto perchè non potrete ingrandirlo a sufficienza, bensi perchè andrete al di sotto della distanza di messa a fuoco minima consentita.
Per ovviare a questo problema dovrete o compare un costosissimo obiettivo dedicato alla macrofotografia, in grado di costare anche un migliaio di euro, (ma anche no!) oppure usare alcuni trucchi molto più economici che ora andremo ad analizzare.
Tubi di prolunga
Si tratta di cilindri che vanno a frapporsi tra macchina e obiettivo modificandone il punto di messa a fuoco, permettendo di avvicinarsi molto di più al soggetto. Vengono venduti in kit con lunghezze diverse, componibili tra loro. Se ne possono trovare sia di normali che muniti di contatti in modo da non perdere gli automatismi (il diaframma solo su alcuni modelli). Hanno il vantaggio di non modificare l'ottica.
Un'alternativa più costosa è il soffietto che permette di aumentare a dismisura la distanza con l'obiettivo, il risultato ovviamente è un ingrandimento molto spinto. Esistono anche alcuni modelli con baionetta basculante per rendere la linea di messa a fuoco parallela al soggetto.
Lenti addizionali
O lenti close-up, si avvitano davanti all'obiettivo nella ghiera portafiltri e permettono di ridurre la distanza di messa a fuoco, modificano però l'ottica quindi possono introdurre aberrazioni e deformazioni. Sono in genere vendute in kit di varie focali e diametri. Hanno il vantaggio di lasciare inalterati tutti gli automatismi.
Il numero indicato è quello delle diottrie aggiunte.
Il numero indicato è quello delle diottrie aggiunte.
Inversione dell'obiettivo
E' il metodo più economico e semplice da attuare in quanto potenzialmente non richiede alcun dispositivo aggiuntivo ed è di grande resa. Si tratta di sganciare l'obiettivo dalla macchina e accostarlo al contrario con la lente contro la baionetta, questo permette ingrandimenti molto spinti. Per contro dovrete agire manualmente sulla linguetta del diaframma che ora rimane esposta verso il soggetto (se l'ottica ne è fornita), in una posizione nemmeno troppo scomoda. Inoltre perderete del tutto l'autofocus.
In alternativa potrete comprare un adattatore EOS-Nikon come il seguente (risulterà montato verso il soggetto), per il solo motivo che permette di agire più comodamente sulla linguetta di controllo apertura, tramite il selettore visibile in primo piano.
Se non volete tenere voi l'obiettivo contro la macchina, potrete comprare, per poco, l'apposito anello di inversione che andrà ad avviarsi nell'anello portafiltri (attenzione, non è solidissimo!).
Tenete conto che gli ingrandimenti maggiori si avranno con obiettivi di focale minore.
Si può anche combinare il metodo obiettivo invertito con quello delle prolunghe per ottenere alti ingrandimenti ma distanze accettabili dal soggetto (tenete conto che in assenza di prolunghe la nuova distanza di messa fuoco sarà di pochi centimetri, a volte millimetri).
Limitazioni e alcune soluzioni hardware
Tutti questi metodi, a prescindere delle limitazioni già indicate, hanno in comune un forte calo di luminosità e di profondità di campo. Per ovviare al primo problema potremo aprire di più il diaframma, questo però contribuirà a peggiorare ancora di più il secondo.
Un buon compromesso è fuocheggiare col diaframma completamente aperto (in alcuni casi non vedrete nemmeno il soggetto se non lo farete), quindi chiuderlo leggermente e scattare con l'ausilio di un buon flash, possibilmente non sulla macchina ma orientato direttamente verso il soggetto o trasversalmente.
Sono consigliate potenze elevate sul flash, tempi brevi (per ovviare ai vostri movimenti) ed ISO ridotti al minimo possibile (massima definizione e minimo rumore).
Tenete conto che se usate un metodo che comprometta gli automatismi sarete costretti a fuocheggiare manualmente o peggio ancora avvicinandovi e allontanandovi dal soggetto come se armeggiaste a mano libera con un microscopio.
Per ultimo, come già accennato, la distanza di messa a fuoco con l'obiettivo invertito può scendere anche sotto il centimetro, accettabile per un fiore ma assolutamente non per un insetto che probabilmente scapperebbe. Occorre quindi munirsi di molta pazienza ed avvicinarsi con movimenti lenti, magari quando gli insetti si stanno nutrendo e sono più distratti oppure rinunciare ad una parte dell'ingrandimento e passare a obiettivi di focale maggiore che quindi ingrandiscono meno se invertiti.
Soluzioni software
Al problema della profondità di campo ridotta si può ovviare via software con la composizione di più piani focali. Ovviamente in fase di acquisizione bisogna badare ad effettuare un gran numero di scatti con punti di messa a fuoco diversi in modo da coprire il più possibile del soggetto.
Si può effettuare sia con Photoshop che con software dedicati come Helicon Focus.
Potenzialmente questi dovrebbero agire in modo automatizzato sia in fase di allineamento che fusione (dal menù Modifica usare i comandi allineamento automatico livelli e poi fusione automatica livelli), in realtà spesso, per via della complessità del soggetto, della scarsa profondità di campo e dei nostri movimenti non saranno in grado di farlo.
Vi toccherà quindi munirvi di pazienza e allineare i livelli a partire dal più lontano (sotto) al più vicino (davanti) con i comandi Trasformazione libera, Alterazione marionetta e Trasforma, badando che il limite inferiore della profondità di campo del livello sottostante coincida con quella superiore del livello soprastante.
Una volta allineati i livelli, li potrete combinare mediante maschere (pulsante rettangolare con un cerchio dentro un rettangolo in basso a destra), createne una per ogni livello e riempitele tutte di nero (vedrete sparire il livello a loro associato).
A questo punto con il pennello di colore bianco andate a selezionare le sole parti a fuoco di ogni livello, con un po' di pratica potrete raggiungere ottimi risultati, spesso migliori di quelli ottenibili con le procedure automatizzate. Per individuare le aree da selezionare può essere utile eliminare momentaneamente l'effetto della maschera, basta tenere premuto maiusc quindi cliccare sulla miniatura della maschera, altrettanto per riabilitarla.
Dall'esempio a seguire (preso in prestito da Nikon experience) si vede benissimo come la composizione di 5 scatti con punti focali diversi crea l'illusione di una profondità di campo maggiore.
A seguire alcuni esempi di mie foto macro corredate di note tecniche, cliccare per vedere a pieno formato:
Tabanide maschio, da notare il polline sulla schiena (le piccole sfere gialle)
Scatto singolo, senza flash, 32mm invertito.
Stami carichi di polline (dimensione 7mm)
Scatto singolo, flash, 18mm invertito.
Lumacone
Scatto singolo, flash, 24mm invertito.
Damigella
Composizione di 5 scatti, flash, 28mm invertito.
Damigella, notare la differenza nella profondità di campo rispetto alla versione con più scatti
Scatto singolo, flash, 24mm invertito.
Ragno che immobilizza tabanide, notare i filamenti della ragnatela attorno alla mosca
Composizione di ben 16 scatti! flash, 20mm invertito.
I ragni sono ottimi soggetti in quanto tendono a rimanere immobili anche se vi avvicinate molto e in combinazione alla ragnatela possono creare belle geometrie. A seguire una schermata di photoshop durante l'elaborazione, da notare in basso a destra i livelli e le relative maschere create manualmente.
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